EDIZIONE 2008
PERCHE' A DE RITA LA TARGA “SOCRATES PARRESIASTES”maggio 2008
In realtà il dr. De Rita, che non è ottimista, ha esposto una diagnosi VERA, FRANCA, CORAGGIOSA E AUTOREVOLE. E, come fa il buon medico, ha proposto anche una terapia. Ha esortato la minoranza operosa, il 25 per cento degli italiani, quella per cui l’Italia è prima e ineguagliabile nel mondo, ad impegnarsi pubblicamente e, cercando di incidere sull’inerzia maggioritaria che avviluppa il Paese, trainare le sorti della nazione. De Rita insiste molto nella necessità di saper interpretare i localismi nell’era della globalizzazione. Gli interessi locali devono essere espressi e rappresentati in senso comunitario. Chi fabbrica chiodi deve unirsi non solo con le industrie siderurgiche ma anche con tutti quelli che usano i chiodi, dipendenti, fornitori, fruitori, banche, comunità locali; e di questi deve saper interpretare ogni altra esigenza economica e sociale. E’ il glocalismo ed è la teoria degli stakeholder. De Rita ha esortato i giovani, futuro e speranza della società, quelli definiti da Thomas Friedman GENERAZIONE Q (quieta), a non adagiarsi nei blog ma a scendere in piazza e manifestare per i loro disagi e i loro diritti, contrapponendosi pacificamente ai “disintegratori sociali”, come li ha definiti Massimo Cacciari, che hanno fatto della violenza fine a se stessa la funzione identitaria che li accomuna. L’Italia ha soprattutto bisogno di verità – ha scritto lo storico Galli Della Loggia - ha un gran bisogno che si squarci finalmente il velo di silenzi, di reticenze, spesso di vere e proprie bugie, che per troppo tempo il Paese ha steso sulle sue effettive realtà, su che cosa è davvero e come funziona la società italiana, a dispetto di quello che racconta il suo senso comune; quel senso comune che abbiamo costruito noi tutti, a cominciare dai tanti che scrivono sui giornali. Per rimettersi in moto – prosegue Galli Della Loggia – l’Italia ha bisogno, prima di qualunque programma, di rompere questa cappa; ha bisogno di una grande operazione di verità. Non delle molteplici verità sofistiche - aggiungiamo noi - ma delle verità utili alla società che opera per il bene comune. E’ con questi sensi che abbiamo voluto onorare il dr. Giuseppe De Rita, lo studioso e l’uomo integro e autentico. Lo scorso anno abbiamo consegnato la nostra targa al prof. Bodei, filosofo italiano tra i più noti al mondo, famoso per i suoi studi intorno all’essere e alla coscienza. Chi ha avuto modo di ascoltare la sua relazione in quella occasione, ha potuto rendersi conto, attraverso concetti espressi con semplicità e chiarezza intorno ai problemi della verità e della responsabilità, di quale importanza assumano quei valori in ogni comportamento umano. Siamo orgogliosi di aver letto recentemente, sulla prima pagina della Domenica del Sole 24ore del 27 aprile scorso, il suo articolo “Le vergogne della democrazia”, dove si esprime la necessità di franchezza e coraggio, quindi di parrhesia socratica, a partire dai reggitori dello stato democratico.
Da molti anni il dr. De Rita si distingue per le analisi puntuali e franche, riportate nelle relazioni annuali del Censis e nella sua attività pubblicistica, in ordine alla politica, all’economia e all’assetto sociale dell’Italia. E’ tra i maggiori sociologi ed è letto e seguito da tutti coloro i quali si interessano al bene del Paese. L’ultima relazione del Censis, soprattutto, è stata ripresa diffusamente dagli organi d’informazione e commentata con grande interesse. Italia a coriandoli, mucillagine, disintegrazione sociale sono diventate espressioni comuni, come le differenze di rappresentanza tra identità e appartenenza. Alcuni lo hanno detto pessimista, ed è già accaduto al sommo Leopardi per aver espresso, più di un secolo e mezzo fa, i medesimi concetti in “Sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani”.
L'Aquila, maggio 2008
Il presidente
Tommaso Ceddia
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