EDIZIONE 2013
SAN PIETRO CELESTINO ED I SUOI FEDELI
NELLA DOLCEZZA DI 99 METRI DI TORRONE
9 gennaio 2013
di AMEDEO ESPOSITO
Non sarà un primato da “guinness”, ma certo lo è per la partecipazione di popolo, o meglio dei cittadini tutti a rivestire di cioccolato, contenuto in 99 metri di torrone, la statua lignea cinquecentesca di Celestino V, il Papa che concesse al mondo le “dolcezze” del perdono divino, in particolare ai diseredati ed agli ultimi di tutti i tempi, compreso il nostro.
L’idea è dell’impegno civico nella ricostruzione della città che si è dato l’Associazione di volontariato “JEMO ‘NNANZI”, la quale sarà parte della “festa asburgica” aquilana (ideata da Ludovico Nardecchia dieci anni or sono) di Sant’Agnese laica, in programma domenica 13 gennaio , prima al “ridotto del teatro” e poi a Piazza Palazzo (stante l’inagibilità del cortile di Palazzo Margherita).
Dunque il popolo, stimolato appunto dai ragazzi dell’associazione “JEMO ‘NNANZI”, ridarà “vita” al busto ligneo di Pietro del Morrone, da sempre venerato entro il monastero di clausura di San Basilio dell’Aquila, con una sequenza di 99 metri di torrone che potrà essere acquistato a pezzi, e con il cui ricavato sarà restaurata appunto la bellissima e preziosissima opera cinquecentesca.
«Il popolo - insiste Cesare Ianni i dirigente di “JEMO ‘NNANZI”- è stato ed è il “generoso restauratore” di tante opere d’arte, come la fontana di Santa Maria Paganica del centro storico, la lapide di Garibaldi affissa sulla Torre del palazzo civico, quella della vittoria conseguita dagli aquilani su Andrea Braccio Fortebraccio da Montone e la statua della “Madonna col Bambino” della Chiesa di Cristo Re».
In tal modo, “JEMO ‘NNANZI”è riuscita a dare senso compiuto alla partecipazione dei cittadini. «Nella compresa ed assoluta volontà – aggiunge Cesare Ianni – di veder rialzarsi questo nostra amata città».
Quei 99 metri di torrone di cioccolato sono la riprova della ritrovata aquilanità della comunità – anche se ancora dolorososamente diaspora – che non ha mai omesso di guardare al futuro delle generazioni che verranno.
“Picciol cose” potrebbero sembrare quelle fatte e programmate dall’associazione “JEMO ‘NNANZI”, e invece esse, minuscole “tessere” del grande mosaico della città da ricostruire, affondano le radici nella profonda cultura di cui è permeata la comunità aquilana.
Amedeo Esposito
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