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SIATE PRECISI QUANDO INSULTATE
di ARMANDO MASSARENTIdal ”Domenicale” del Sole 24 Ore, 8 gennaio 2006
«Gli amici si dicono sinceri, ma in in realtà sinceri sono i nemici». Prendo questa citazione da ”L'arte di insultare” di Arthur Schopenhauer. Che non contiene, a dire il vero, nessun autentico insulto, di quelli originalissimi e geniali di cui è infarcita la prosa del filosofo, soprattutto quando si riferisce a «quel cialtrone» di Hegel o alle imputridite università tedesche. Va presa invece come una premessa generale per chiunque voglia capire perchè ed entro quali condizioni di contorno, l'insulto può avere un ruolo importante nelle nostre vite.
L'insulto è utile ed efficace quando in qualche modo dice -o perlomeno sfiora- la verità. E se dobbiamo ammettere che è più probabile che qualche verità scomoda su noi stessi ce la dica chi non ci vuole bene, e magari ci vuole offendere, sarebbe bello che invece qualche volta fossero proprio gli amici a dirci senza reticenze cosa pensano di noi.
Credo che sia proprio questo lo spirito della tradizione riportata in auge alcuni anni dai promotori del festival ”Pianeta Maldicenza”, i quali, dal 13 al 15 gennaio, nei week-end che precede la ricorrenza di Sant'Agnese (21 gennaio), organizzano all’Aquila il terzo convegno «per ricordare e celebrare l'antico costume cittadino di parlare liberamente, coraggiosamente e francamente di tutto e di tutti nel giorno di Sant'Agnese... in un clima mordace mai pettegola, mai diffamatrice, mai calunniatrice».
E una tradizione cittadina unica al mondo, ma quest'anno gli aquilani hanno pensato bene di darsi un respiro internazionale. La maldicenza verrà così analizzata nelle realtà francese, russa e britannica. Tra gli italiani, l’ospite illustre è invece il senatore a vita Giulio Andreotti: un politico i cui celebri aforismi, scopiazzati senza capirli dai moralisti francesi, potevano conferirgli un’aura di saggezza solo in un Paese sostanzialmente analfabeta come l’Italia...
Non sto dicendo sul serio, naturalmente. Sto solo provando ad esercitare, appunto, l'arte della maldicenza, che assomiglia un po' alla parresia dei filosofi Greci e un po' all'opposto degli ”Esercizi di ammirazione” di Emil Cioran.
I requisiti più importanti della verità sono, forse ancor più della sincerità, l'accuratezza e la precisione. Ce lo ha insegnato il filosofo inglese Bernard Williams. Valori fondamentali anche per la maldicenza, che per essere efficace ha bisogno degli ausili necessari. Come il dizionario ora pubblicato dalla Utet ”Brutti, fessi e cattivi. Lessico della maldicenza italiana”, di Giovanni Casalegno e Guido Goffi, che raccoglie 2.800 voci, da ”Abbaiatore” a ”Zuzzurellone”- ma passando per ingiurie ben più incisive- attraversando tutta la storia della letteratura italiana e attingendo anche dallo spigliato linguaggio odierno usato su Internet.
Strumento indispensabile e prezioso per confezionare insulti e maldicenze nella maniera più ”precisa” possibile, e dunque più ”onesta”, il Lessico definisce l'insulto «un atto linguistico di sintesi», dove «la parola condensa tutto un giudizio, una valutazione, un’argomentazione complessa».
E’ una «calunnia abbreviata», per dirla ancora con Schopenhauer. Va distinto dall'ingiuria e dall'invettiva che, scagliate contro l'interlocutore, lo offendono nel profondo con parole intese a por fine a ogni ulteriore discussione o argomentazione.
Gli aquilani dovrebbero saperlo. Sant'Agnese dura un giorno. Il ”Pianeta Maldicenza” più o meno una settimana. Da come andranno le cose nel resto dell'anno capiranno se hanno sfruttato bene questa opportunità. Se hanno insultato bene, con competenza e con giudizio.
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