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LA MALDICENZA NON HA CONFINI
di ALESSANDRO ORSINIda Il Messaggero, 14 gennaio 2006
”Humor” inglese ed ”esprit” francese l'hanno fatta da padroni, ieri pomeriggio al Teatro, nell'evento di esordio delle manifestazioni del ”Pianeta maldicenza”. Un evento dedicato all'internazionalità della maldicenza e di quello che è l'aspetto più noto ma anche più deteriore di essa, cioè il pettegolezzo.
La scena l'ha retta magistralmente il giornalista Rai Antonio Caprarica, in procinto di trasferirsi dall'Inghilterra a Parigi per diventare corrispondente dalla Francia, il quale ha letteralmente costretto i suoi colleghi Marc Semo (francese), William Ward (inglese) e Savik Shuster (conduttore tv costretto a trasferirsi in Ucraina dalla Russia) a parlare su come si pratica la maldicenza nei loro Paesi di provenienza.
È stato un pomeriggio davvero scoppiettante, nel salotto allestito sul palco del Comunale dalla regia di Federico Fiorenza. Un salotto in cui s'è discusso amabilmente, in maniera sì seria della maldicenza davvero come ”pianeta” in senso fisico, ma in cui s'è fatta anche della sana maldicenza.
Gli spettatori si sono divertiti e sicuramente hanno trovato modo di riflettere sugli stili diversi di ”vita maldicente” in Francia, in Inghilterra e in Russia ed Ucraina; su come siano differenti i livelli di libertà in quei Paesi di poter ”dire il male” soprattutto dei potenti; dei diversi gusti nei settori in cui ”male dicere”, a seconda dell'estrazione latina-cattolica oppure anglosassone-protestante.
In mattinata c'era stata la conferenza stampa in cui, dopo il saluto del presidente dei ”Devoti di Sant'Agnese” Tommaso Ceddia, del direttore generale della Carispaq Rinaldo Tordera e del vice sindaco Ernesto Placidi (i primi due si sono ripetuti al Teatro, l'assessore alla Cultura Fabio De Paulis ha sostituito Placidi), i tre giornalisti avevano anticipato qualche argomento poi trattato nel pomeriggio.
Caprarica, ad esempio, ha definito la maldicenza come «canale alternativo dell'informazione» ed il pettegolezzo come «una panna montata sul nulla», invitando i ”Devoti di Sant'Agnese” a registrare il ”marchio” della maldicenza essendo «all'avanguardia nel business» in cui s'è trasformato il gossip. Termine, quest'ultimo, spiegato dal giornalista inglese Ward come etimologia ma anche come l'utilizzo sia senza limiti nel Regno Unito soprattutto nei confronti della famiglia reale e della nobiltà. Dal canto suo il francese Semo ha parlato di «piacere nel dir male», ribadendo nel pomeriggio che è quel piacere si sublima quanto si può parlare di cose che non tutti sanno. Invece l'italo-canadese Shuster ha spiegato che «in Russia non c'è spazio per il pettegolezzo e la maldicenza». Maldicenza di cui è stato vittima lui, visto che il presidente russo Putin l'ha ”giubilato” facendolo apparire come un agente della Cia. Sono stati affrontati anche alcuni casi assai noti, come quello della figlia segreta del presidente della repubblica francese Mitterrand; o delle avventure del principe Carlo d'Inghilterra, compresa quella fasulla dei suoi supposti rapporti omosessuali; fino ai problemi dei presidenti dell'Urss prima e dell'attuale Russia ed Ucraina oggi. E del modo in cui essi sono stati trattati dalle rispettive stampe nazionali.
Anche il pubblico ha avuto il suo spazio, facendosi coinvolgere nel discorso fino a chiedere notizie sulla ”maldicenza di condominio” nei tre Paesi degli ospiti. Alla fine i ”Devoti” si sono fatti promettere un'altra... puntata per l'anno prossimo da Caprarica, al quale hanno donato una targa in cui è scritto ”Ad Antonio Caprarica, aquilano”. Un modo per suggellare un connubio azzeccatissimo e fortunatissimo.
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