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LA MALDICENZA TRA GOLIARDIA E TRADIZIONE
INTERVISTA AL SEGRETARIO A VITA


di MONICA PELLICCIONE
da ”Speciale Sant’Agnese”, Il Centro 14 gennaio 2006


L'AQUILA. La maldicenza come critica costruttiva, satira politica, strumento di valenza sociale e leale antagonismo. Il culto di Sant'Agnese, festa tutta aquilana, trae origine dall'interpretazione storica arricchita dalla leggenda. Da quella tradizione, sempre più viva, che si perde nella notte dei tempi, cara al popolo che ancora oggi la onora.

Il pettegolezzo per L'Aquila è tradizione e cultura, vezzo e virtù. Ludovico Nardecchia, segretario a vita della Confraternita dei Devoti di Sant'Agnese, la più antica della città, ha ricostruito i passaggi della ricorrenza del 21 gennaio, conosciuta ai più come festa delle "malelingue". Sant'Agnese, tra goliardia e tradizione, celebra il culto del "parlar male".

Domanda. Cosa si intende, in realtà, per maldicenza?
Riposta. «La Confraternita dei devoti di Sant'Agnese ha inteso riportare all'origine questa antica tradizione di critica al potere ovvero il parlar male del male. Maldicenza intesa non come pettegolezzo deteriore, tantomeno come insulto, bensì come strumento di valenza sociale, costruttivo per la crescita della società».

D. In questo momento la classe politica aquilana avrebbe bisogno più che mai di "leale maldicenza". A mancare, troppo spesso, è una sana dialettica.
R. «La politica ha avuto sempre bisogno di maldicenza. L'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, all'Aquila in occasione del primo convegno nazionale della maldicenza la definì "il sale della democrazia". Del resto la satira politica è vecchia come è vecchia la società. Le nostre iniziative, in occasione della festa di Sant'Agnese, sono sempre più volte alla satira politica locale e nazionale, al costume, alla storia e alle tradizioni locali.»

D. Sant'Agnese è un rito appannaggio esclusivo della città dell'Aquila, che ne ha fatto motivo di vanto e di diffusione della cultura.
R. «E' l'innovazione più grande, il risvolto del culto della maldicenza. Sant'Agnese non è, come banalmente viene spesso definita, festa del pettegolezzo fine a se stesso giocato solo sull'aspetto goliardico: è una tradizione unica e significativa cresciuta nel corso del tempo. L'attenzione che ha catalizzato occupando ampie pagine delle cronache nazionali è testimonianza della valenza culturale dell'evento, che va al di là della giornata del 21 gennaio. E' un costume che può e deve trasformarsi in aspetto culturale da valorizzare nel tempo: la festa di tutto il popolo aquilano».

D. Non a caso alla tradizione di Sant'Agnese, la Confraternita ha legato una serie di iniziative che, tralasciando l'aspetto ludico e goliardico, valorizzano la storia di questa ricorrenza.
R. «Intorno alle celebrazioni di Sant'Agnese si potrebbe creare un circuito turistico con eventi e manifestazioni spalmate nell'arco di tutto il mese di gennaio per arrivare al giorno clou, il 21. Abbiamo organizzato gli incontri culturali e i convegni nazionali con spirito di servizio verso la nostra città e gli aquilani perché queste manifestazioni possano contribuire a una rinnovata tradizione sociale e possano far scoccare la scintilla del riscatto per portarci fuori dall'attuale stagnazione economica, ma soprattutto di idee».

D. Sant'Agnese è una festa dalla doppia valenza: da un lato l'aspetto ludico e goliardico, con i banchetti innaffiati da buon vino e la distribuzione delle annuali cariche, dall'altro quello culturale con la riscoperta delle tradizioni aquilane. Come coniugarli?
R. «Sono entrambi patrimonio della città: il popolo sente Sant'Agnese come una ricorrenza ludica, ma è partendo da questa tradizione che annovera oggi circa 80 congregazioni, che si può costruire un percorso culturale e turistico per L'Aquila».

D. Eppure, nonostante Sant'Agnese sia per gli aquilani un vero e proprio culto, questa festa non riesce a varcare in modo determinante i confini del territorio, dove resta circoscritta.
R. «Di questo enorme movimento, delle tante congregazioni e associazioni sorte intorno alla festa di Sant'Agnese dovrebbero accorgersi le associazioni dei commercianti e degli albergatori, gli stessi amministratori. In collaborazione con l'Istituto alberghiero stiamo creando un menù di Sant'Agnese: lo scorso anno ha vinto il concorso per il miglior dolce la treccia di Sant'Agnese, quest'anno verrà premiato un primo piatto. Nel 2007 sarà la volta dei secondi. Un menù tipo che potranno adottare i ristoranti aquilani e proporlo come piatto esclusivo ai turisti, non solo quando viene celebrata la festa di Sant'Agnese».