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ANDREOTTI: IL CAVALIERE DAI MAGISTRATI ESEMPIO DI MALDICENZA
NON SI VA DA LORO A FARE CONFESSIONI DA ”GRANDE FRATELLO”
di MARIOLINA IOSSAdal Corriere della Sera, 15 gennaio 2006
dal nostro inviato
L'AQUILA — Va in scena nel Teatro comunale di L'Aquila strapieno, la maldicenza nella politica da Giulio Cesare a Berlusconi. Incontro organizzato dalla Confraternita dei devoti di Sant'Agnese. L'illustre concittadino Bruno Vespa, il senatore a vita Giulio Andreotti in collegamento telefonico nel giorno del suo 87° compleanno e il presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco danno vita ad una puntata di ”Porta a Porta” assai più verace dell'originale.
Colpi bassi, maldicenza? Scherza Del Turco, alludendo al presidente del Consiglio: «Senatore Andreotti, non le è sembrato sorprendente che il campione del garantismo in Italia sia saltato dall'altra parte della barricata, tra i più agguerriti giustizialisti, nel salotto televisivo di Vespa?».
Risponde Andreotti: «Sì, mi ha sorpreso. Ma ancor più quando ha detto: "Non sono andato dai giudici a parlare di cose penalmente rilevanti"». Applausi.
Interviene Vespa: «Bertinotti ha invitato Berlusconi ad andare dai giudici. Se non lo avesse fatto, lo avrebbero accusato di mancanza di coraggio».
Replica Andreotti: «Sì ma dai giudici non si va mica a prendere il caffè, fa solo perdere tempo, già hanno tanto da fare, se ci mettiamo anche le confessioni del "Grande Fratello" stiamo freschi». Risate.
Berlusconi maldicente? Non sarebbe l'unico. Del Turco sfotticchia Vespa: «"Porta a porta"? Qualche volta viene chiamata anche la terza Camera della Repubblica». Vespa punzecchia Andreotti: «Lei, presidente, è un esperto del ramo?».
Sorride il senatore a vita: «Diciamo che in politica siamo tutti soggetti, attivi e passivi, della maldicenza».
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