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“IN PROCURA CHE COSA È ANDATO A FARE?”
da Il Corriere Adriatico, 15 gennaio 2006
L’AQUILA - “Il presidente ha detto di non essere andato a parlare di fatti penali, ma allora che è andato a fare in procura?”. Lo ha detto il senatore a vita Giulio Andreotti riferendosi a Silvio Berlusconi in merito alla vicenda Unipol, nel corso del suo intervento a tutto campo nell’appuntamento clou della 3/a edizione di “Il Pianeta Maldicenza” che si è svolto all’Aquila presso il Teatro comunale.
Collegato telefonicamente dalla sua casa romana - a condurre il dibattito c'era Bruno Vespa - Andreotti, partendo dal frivolo discorso dei tradimenti, ha fatto un collegamento con l'attualità politica italiana. «Non ho mai dato molte occasioni di preoccupazione a mia moglie che è comunque gelosa, neppure quando sono stato sottosegretario allo Spettacolo e conoscevo gente che non apparteneva certo al terzo ordine francescano. Credo che la vita privata di un politico in generale sia rispettata, anche se a volte si scatenano vicende che rischiano di far diventare la campagna elettorale una rissa impedendo di parlare di programmi».
Il senatore a vita ha auspicato che il clima si rassereni «altrimenti tanta gente non capirebbe e l’astensionismo si farebbe più largo».
«Si pensava - ha aggiunto - che i due blocchi contrapposti risolvessero i problemi, invece no, ora si torna al proporzionale e le cose dovrebbero migliorare».
Nel corso del colloquio Andreotti ha fornito, a sorpresa, una rilettura della vicenda che lo ha visto coinvolto nel processo per mafia: «Forse nella vita ci può anche stare questo periodo di deserto, dopo tanta fortuna politica».
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